“Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro…”. Solo tre giorni dopo l’arrivo della notizia a Milano, Alessandro Manzoni scriverà questa ode immortale. Nella prima metà dell’Ottocento ci potevano volere mesi per far giungere una notizia in tutto il mondo. Infatti il 5 maggio 1821 era spirato, sull’isola di Sant’Elena, Napoleone Bonaparte.
La morte di Napoleone pone fine alla sua storia incredibile, travagliata, fondamentale per le vicende mondiali anche del secolo dopo. Basti pensare all’influenza che ha avuto sulla storia del nostro paese. Dal Regno da lui istituito, dopo aver battuto le grandi monarchie europee sul suolo italico, alla Breccia di Porta Pia sostanzialmente permessa dal nipote Napoleone III.
Oggi corre il bicentenario della morte di uno dei più importanti uomini ad aver mai abitato queste terre. Stratega geniale, politico d’impulso e d’impatto, prode condottiero. Napoleone Bonaparte merita di esser studiato a tutto tondo, non solo per i suoi successi ma soprattutto come essere umano di grandi capacità e turbamenti.
Il Memoriale di Sant’Elena: la testimonianza dell’ultimo Napoleone
Emmanuel de Las Cases è (casualmente) uno degli ultimi amici di Napoleone, tanto da tenergli compagnia durante il suo ultimo esilio a Sant’Elena. È un nobile, un uomo d’armi e, suo malgrado, diventerà anche uno scrittore famoso in tutto il mondo.
Il “Memoriale di Sant’Elena” racconta in presa diretta la vita del Bonaparte sull’isola. Si fonda sui numerosi appunti presi da Las Cases riguardo gli ultimi anni di vita dell’ex imperatore. La vita sul posto, i discorsi di Napoleone stesso, riflessioni sulla sua vita e il suo pensiero politico. Nel Memoriale si trova una traccia vivida del bonapartismo, traccia che nasce dai racconti che lo stesso Bonaparte narra ai suoi compagni d’esilio. La testimonianza di Las Cases è una delle opere fondamentali per comprendere al meglio Napoleone.
Dall’Elba alla morte di Napoleone: gli ultimi 500 giorni dell’imperatore francese
Luigi Mascilli Migliorini è uno degli storici italiani più preparati sulle vicende di Napoleone Bonaparte. È direttore della Rivista italiana di studi napoleonici, oltre che collaboratore di varie testate giornalistiche.
Il suo “500 giorni” ripercorre appunto l’ultimo periodo di vita dell’imperatore prima dell’arrivo a Sant’Elena, dove avverrà poi la morte di Napoleone. Il viaggio fino all’isola d’Elba, il ritorno in Francia e i Cento Giorni, fino al disastro di Waterloo. L’ultimo spaccato di vita del Bonaparte mostra tutti i suoi drammi personali, compresi due tentativi di suicidio, e la necessità per quest’uomo straordinario di mantenere la sua dignità a qualunque costo.
Lo sviluppo della figura dell’imperatore dopo la sua morte: Ei fu, la morte di Napoleone
La notizia della morte di Napoleone arrivò in Europa solo a luglio. I lavori del Congresso di Vienna e il periodo di Restaurazione avevano già fatto nuovamente apprezzare la sua figura. La commozione per la fine della vita dell’imperatore francese diede il là alla nascita del mito.
In questo saggio lo storico Vittorio Criscuolo esamina lo sviluppo della figura di Napoleone dopo la sua morte. Partendo da un resoconto dei suoi ultimi giorni, passando dalla pubblicazione del Memoriale di Las Cases, Criscuolo mostra come Bonaparte diventerà presto un mito per molti cittadini europei. Sinonimo di tutto ciò che l’odiosa Restaurazione aveva riportato in auge, risoluzione di tutti gli errori che le potenze europee compiranno, fino all’avvento del sanguinoso secolo successivo.
L’eterna ode del Manzoni: Il 5 maggio
Il 16 luglio 1821 la Gazzetta di Milano pubblica le circostanze della morte di Napoleone. Il giorno dopo la notizia verrà letta da Alessandro Manzoni. In poche ore il turbamento del letterato produrrà una delle odi più famose della storia.
I versi de Il cinque maggio sono stati scritti dal Manzoni in soli 3 giorni. L’intenzione non era quella di glorificare il Bonaparte condottiero, bensì di illuminarne l’esistenza come uomo. Soprattutto in luce alla sua conversione al cattolicesimo negli ultimi giorni di vita. Così inizia il viaggio del poeta all’interno dell’animo di Napoleone, riconoscendone i numerosi drammi nonostante una vita piena di eventi. Tanto da porre una domanda sì retorica, ma dalla potenza incredibile: “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”.
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Il ritratto equestre di Napoleone per arredare casa tua
Le vicende di Napoleone Bonaparte hanno inspirato numerosissime opere d’arte. Dall’ode del Manzoni ai numerosi scritti romantici, anche il mondo della pittura e della scultura hanno preso a piene mani dalla figura dell’imperatore francese.
Uno dei ritratti più famosi di Napoleone è quello dipinto da Jacques-Louis David. Ritrae il condottiero a cavallo, fiero e impavido, mentre attraversa le Alpi. Se la nascita di questo quadro fu chiaramente di matrice politica e propagandistica, la sua storia si è sviluppata fino a diventare una delle icone più riconoscibili dell’imperatore anche al giorno d’oggi. Grazie a Rbug, hai l’opportunità di appendere a casa una copia di questo famoso ritratto. È raffigurato in tela, senza alcuna cornice ingombrante. Puoi sceglierne le dimensioni, da 30×45 a 60×90 centimetri. Un modo raffinato e romantico per arredare una stanza.