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Bruce Springsteen compie 75 anni: scopri tutte le sue canzoni su Music Unlimited

Il 23 settembre 1949, nella cittadina marittima di Long Branch, New Jersey, nasce Bruce Springsteen. Il padre non ha un lavoro stabile, ma discende dai primi coloni olandesi in USA e uno dei suoi avi è stato un patriota nella Rivoluzione americana. La madre è una segretaria, il cui suo nonno era emigrato negli Stati Uniti da Vico Equense, una cittadina nella punta più a sud di Napoli.

Una famiglia della working class americana, con radici che parlano di emigrazione, difficoltà, guerra e necessità di sopravvivere. Da qui nasce uno dei più grandi cantautori della storia amato in tutto il mondo. Bruce Springsteen, The Boss, è una pietra miliare non solo della musica, ma della cultura a stelle e strisce che potrai scoprire interamente su Music Unlimited, il servizio di streaming musicale di Amazon.

Una lunga discografia che tocca il mezzo secolo e che ha sempre tratto spunto dalle sue radici familiari. Un viaggio negli Stati Uniti più poveri e dimenticati, ma anche nelle storture del mondo moderno, nei suoi problemi, nelle sue mancanze. Un lungo percorso a volte cantato a squarciagola e altre sussurrato, quasi parlato con tristezza e pesantezza, che potrai percorrere su Music Unlimited.

Born to Run è il disco che ha portato al successo Bruce Springsteen

Ancora pochi lo chiamavano The Boss. Rolling Stone aveva scritto solo qualche mese prima di questo giovane del New Jersey che, nei suoi live elettrizzanti, mostrava il futuro del rock. Born to Run esce nell’agosto del 1975 e fa conoscere a tutto il mondo Bruce Springsteen. Un disco dove si sentono fortemente le influenze rock and roll, R&B e folk del nuovo storyteller della cultura USA, che racconta i tanti americani della working class delusi da guerra, politica e situazione economica. È una narrazione di fuga e libertà, affiancata da una voce tanto roca quanto squillante.

L’ultima fatica in studio di Bruce Springsteen è un cover album di canzoni R&B e soul: Only the Strong Survive

only the strong

Il 21esimo disco prodotto in studio da Bruce Springsteen arriva nel 2022 e si chiama Only the Strong Survive. The Boss decide di pagare un tributo ad alcuni degli artisti che più l’hanno influenzato durante la sua carriera, aprendo le porte della sua parte più personale e intima. Un album dove si sente tutto l’amore che prova per canzoni che hanno segnato gli anni ‘60 e ‘70, dove l’arrangiamento conta poco o nulla ed è la voce inconfondibile del Boss a trasportare chi ascolta in un’altra epoca, con un effetto a volte simile a lavori come Nebraska e The Ghost of Tom Joad.

Born in the U.S.A. è uno degli album più venduti della storia della musica

Se Born to Run ha fatto conoscere ovunque Bruce Springsteen, è Born in the U.S.A. il disco che consegna The Boss alla storia della musica. È uno degli album più venduti della storia della musica. Merito della sua anima indubbiamente rock, in cui Springsteen ha mischiato chitarre e batterie imponenti della sua celebre E Street Band con l’utilizzo dei sintetizzatori entrati di prepotenza nel pop del 1984. Ma attenzione a farsi prendere solo dal suono: i temi veicolati dalle 12 canzoni nel disco sono quelli cari al Boss, dell’America povera e distrutta dalle conseguenze della guerra. La quantità di singoli di grande successo presenti di questo album è incredibile: oltre a Born in the U.S.A. sono presenti Glory Days, Dancing in the Dark, My Hometown e tanti altri.

Darkness on the Edge of Town continua sul successo di Born to Run ma con sonorità diverse

È difficile realizzare un disco importante dopo un successo come Born to Run, ma chi potrebbe esserci riuscito è proprio Bruce Springsteen. L’album successivo, Darkness on the Edge of Town, è attualmente considerato uno dei migliori, se non il migliore della sua discografia. Continua nel solco del suo predecessore, ma con sonorità più dure, meno raffinate, in cui la voce del Boss risplende maggiormente grazie anche a una produzione più semplice. Il racconto della working class americana diventa più maturo e consapevole, unendosi alla crescita umana e musicale di Springsteen, ma non perde mai il lume della speranza in fondo al tunnel.

The River è il disco che inizia a mostrare un punto di vista diverso della musica del Boss

Dopo Born to Run e Darkness on the Edge of Town, nel 1980 Bruce Springsteen dà alla luce il suo quarto album in studio: The River. Ricevuto all’epoca con più di qualche critica, spesso incentrate su una supposta mancanza di creatività nei testi del Boss, questo disco è in realtà uno di più importanti di tutta la sua produzione musicale. I temi più intimi, legati all’amore e alla famiglia, sempre venati da un velo di sofferenza ma anche di crescita personale, segnano anche un passaggio a sonorità più tranquille rispetto a Born to Run, incentrate su un rock and roll che scende spesso verso il folk e il country. Il singolo che dà titolo al disco, The River, così come Hungry Hearth sono indubbiamente alcuni dei suoi pezzi migliori di sempre.

Un Bruce Springsteen ineditamente minimalista e folk in una delle sue opere più cupe: Nebraska

L’uscita di The River predispone un passaggio fondamentale nella carriera di Bruce Springsteen, che si dimostra capace di poter giostrare anche su toni cupi e sonorità differenti dal rock. Nelle intenzioni del Boss a The River sarebbe dovuto succedere Born in the U.S.A., il ritorno a uno stile vicino a Born to Run. Invece, chiuso nella sua casa del New Jersey, accompagnato solo dalla sua voce e da strumenti fidati come la chitarra e l’armonica, Springsteen registra in solitaria una serie di pezzi foschi, tenebrosi, inquietanti, dove la gioia e la fiducia dei lavori precedenti quasi annega in sonorità estremamente folk. Nasce così Nebraska, un disco che non vede presente la E Street Band perché Springsteen ne rifiuta gli arrangiamenti proposti successivamente.

La seconda opera folk del Boss è l’album del 1995 The Ghost of Tom Joad

Sono passati 13 anni da Nebraska e Bruce Springsteen, oltre ad aver raggiunto un successo assoluto, ha iniziato a partecipare a iniziative di attivismo: dopo un concerto a Berlino Est nel 1988 con 300mila spettatori, va in tour mondiale per Amnesty International. Nel 1995 Springsteen fa uscire un disco solitario e pieno di tematiche politiche: The Ghost of Tom Joad. Ispirato da Furore, il romanzo capolavoro di John Steinbeck che racconta la Grande Depressione degli anni ‘30, il Boss torna a una sonorità completamente acustica, a tratti quasi deprimente, in cui racconta attraverso il personaggio di Tom Joad le sempre più grandi difficoltà delle persone normali in un mondo industrializzato.

The Rising segna il ritorno del Boss dopo i grandi tour e l’11 settembre


A The Ghost of Tom Joad seguono prima un tour mondiale di due anni, poi un altro tour per festeggiare la reunion con la E Street Band sciolta dal Boss nel 1989. Non è un periodo fecondo per lo storytelling di Springsteen, che però viene particolarmente scosso dagli attentati alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Pochi giorni dopo, in macchina mentre sta andando in spiaggia vicino casa sua in New Jersey, viene accostato da un’altra vettura. Il guidatore abbassa il finestrino per urlargli «Ora abbiamo bisogno di te». Springsteen risponde col primo album in studio dopo sette anni, The Rising, un messaggio di umanità, speranza e amore nel mezzo del dolore e delle difficoltà.

Dove tutto è iniziato per Bruce Springsteen: Greetings from Asbury Park, N.J.

È il 1973, e ogni cantautore con un sound tinto di folk e rock che vuole far uscire un album d’esordio non può che essere paragonato al già leggendario Bob Dylan. Così la Columbia Records si trova tra le mani un 24enne molto legato alle sue origini del New Jersey che, però, vuole tracciare un suo sentiero in cui le influenze rock e la presenza di una band completa alle spalle è fondamentale. È direttamente Clive Davis, il presidente della casa discografica, a dare alla fine il via libera per la pubblicazione di Greetings from Asbury Park, N.J., il disco d’esordio di quello che pochi anni dopo diventerà conosciuto come The Boss.

Working on a Dream è la fine del percorso più orientato al pop preso dal Boss negli anni Duemila

Working on a Dream non è né il disco più apprezzato dal pubblico, né il più acclamato dalla critica. Ma ricopre una grande importanza all’interno della discografia del Boss. Uscito nel 2009, è essenzialmente il punto di approdo del percorso più orientato al pop iniziato con The Rising, ma anche il punto più alto dell’impegno politico di Springsteen. La title track, infatti, ha debuttato live l’anno precedente in uno show a supporto della campagna presidenziale di Barack Obama. Curiosamente, la canzone più bella di tutto il lavoro è la bonus track: The Wrestler, scritta appositamente per l’attore Mickey Rourke e la sua parte nel bellissimo film omonimo.

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