Ricorrono oggi i 160 anni dell’Unità d’Italia. Questi 5 libri sono una traccia utile per rivivere vicende e passioni dell’epopea risorgimentale.
I 160 anni dell’Unità d’Italia cadono in un momento di grande complessità, non solo per il nostro Paese, ma per il mondo intero: la pandemia segnerà infatti anche le celebrazioni per questa importante ricorrenza, giocoforza in tono minore rispetto a quelle a cui avremmo partecipato in tempi normali.
È però possibile celebrare l’anniversario in modo altrettanto degno e partecipato, magari seguendo in tv le cerimonie ufficiali oppure dedicandosi alla lettura di un libro a tema. Saggi, romanzi e raccolte attraverso le quale sarà possibile approfondire i passaggi salienti del processo storico che portò – dopo secoli di dominazioni straniere – alla nascita di un’Italia unita e indipendente.
La vicenda del Risorgimento italiano descritta puntualmente dallo storico Banti
17 marzo 1861. Con la legge n. 4671 il Re di Sardegna Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia. È l’inizio della vicenda unitaria, dopo secoli di frammentazione statale condizionata dalla presenza straniera. Per conoscere la vicenda del Risorgimento italiano, in tutti i passaggi salienti, non c’è cosa migliore che affidarsi all’opera di Alberto Mario Banti. L’autore, docente di Storia contemporanea all’Università di Pisa, descrive il percorso che porta all’unità nazionale: dai primi atti patriottici della fine del ‘700 alle insurrezioni, fino ad arrivare al decisivo 1861.
Un lucido approfondimento intorno alle vicende della futura capitale d’Italia
Con Stefano Tomassini facciamo invece un salto indietro di 6 anni. Roma, 11 luglio 1855. In quella data viene giustiziato Antonio De Felici. L’uomo è colpevole di avere attentato alla vita del segretario di Stato cardinale Giacomo Antonelli. Nel settembre di sei anni dopo, è la volta di Cesare Lucatelli, che viene accusato dell’omicidio di un gendarme. In questo breve periodo appare chiaro il disfacimento dello Stato Pontificio. Il popolo non si riconosce più nell’autorità temporale del Papa. Roma, il papa, il re riporta in luce un capitolo della storia risorgimentale spesso sacrificato sull’altare delle più note vicende garibaldine. Vale la pena approfondirlo, andando a leggere anche le vicende che seguiranno, come la presa di Roma attraverso la celeberrima “Breccia di Porta Pia” di cui pochi mesi fa è ricorso il 150° anniversario.
L’appassionante affresco di Scurati nella Milano delle Cinque Giornate
Accanto alla saggistica, un modo per certi versi più avvincente di ripercorrere le vicende risorgimentali passa dalla lettura di romanzi a sfondo storico. L’esempio è Una storia romantica dell’apprezzato autore Antonio Scurati, insignito del Premio Strega per il celebre M. Il figlio del secolo. Le vicende dei protagonisti sono qui ambientate tra la Milano delle Cinque Giornate (l’insurrezione del 1848 contro gli austriaci) e il 1885. Il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini e la moglie Aspasia ripercorrono una tappa determinante verso l’Unità d’Italia. Vicende d’amore e di storia. Come quelle che portarono alla liberazione della capitale del Regno Lombardo-Veneto dalla dominazione straniera.
Le confessioni di uno dei principali protagonisti dell’epoca: Ippolito Nievo
A proposito di amore, in questo caso per una causa alta, Le Confessioni d’un italiano rappresentano una precisa fotografia del sentire di uno dei più ferventi patrioti italiani: Ippolito Nievo. L’opera dello scrittore è considerata, a ragione, uno dei romanzi più importanti del Risorgimento italiano. Vale dunque la pena leggerla in occasione dei 160 anni dell’Unità d’Italia. Nievo, numero 690 nell’elenco de “I Mille”, si distinse nella celebre battaglia di Calatafimi. Fu protagonista in battaglia e come cronista, vivendo da colonnello e intendente della spedizione garibaldina la conquista delle Due Sicilie. Morirà nel naufragio della nave “Ercole”, tra Palermo e Napoli. Era la notte tra il 4 e il 5 aprile 1861. Meno di 2 settimane dopo sarebbe nato il Regno d’Italia.
Riscoprire la politica cavouriana in occasione dei 160 anni dell’Unità d’Italia
Il personaggio che più di ogni altro è passato alla storia come lo statista dell’unificazione nazionale è Camillo Benso Conte di Cavour. L’agire cavouriano è stato a lungo oscurato dalle gesta affascinanti di Garibaldi e Mazzini. Ma è a lui che si deve la regia politica e programmatica del processo che ha condotto all’unità d’Italia. Tra i capisaldi del suo pensiero l’instaurazione di uno Stato liberale. E poi un’economia di mercato sul modello inglese. Infine, la volontà di un netta autonomia dalla Chiesa. In questo volume, al quale hanno lavorato importanti storici quale Levra, Salvadori e Galasso, sono messe al centro la lungimiranza e la concretezza del primo Presidente del Consiglio della storia italiana.
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